sabato 22 giugno 2013

Cronica di un viaggio nel Catai

La missione di tre Sindaci marchigiani in Cina. Realtà o leggenda? Alla ricerca di un fatto che forse è accaduto.

Un'immane lenzuolata su quando la politica si autoreferenzia ma lo fa con un certo pudore.

 
La prima notizia di un viaggio in Cina di Mangialardi l'ha fornita involontariamente il Corriere Adriatico qualche settimana fa, all'interno di un'altra notizia. Scarni gli indizi: fra la fine di maggio e l'inizio di giugno Mangialardi è stato in Cina. Anzi, è tornato dalla Cina.

Cosa abbia spinto il Sindaco nel Catai è rimasto un mistero impenetrabile per molti giorni, dato che il viaggio istituzionale non appare in nessun motore di ricerca e non è stato emesso alcun comunicato stampa. Un comportamento molto strano: quando qualche politico marchigiano va all'estero lo sbandiera ai quattro venti e riempe pagine e pagine di informazioni su importanti accordi commerciali, protocolli d'intesa, alleanze strategiche, convenzioni bilaterali e promozioni non richieste della Regione Marche.


Lo fa per giustificare i costi del viaggio in tempi di spendig review, quando, vent'anni fa, i viaggi istituzionali erano il pane quotidiano e l'occasione per vedere il mondo a spese del Pubblico, oggi bisogna presentare gli scontrini, dormire all'addiaccio e mangiare kebab a pranzo e cena.

L'unica informazione decente sull'argomento ce l'ha fornita la rassegna stampa su Youtube dell'ANCI Marche, l'associazione dei Comuni marchigiani. In un diffusissimo video (17 visualizzazioni ma la metà sono mie) c'è l'intervista ai Sindaci di Macerata, Pedaso e Senigallia, reduci da un viaggio di rappresentanza in Cina.

Anche qui pochi dettagli: secondo Carancini, Sindaco di Macerata, i tre hanno partecipato ad un convegno organizzato a Beijing (Pechino) dalla Città di Colonia, assieme ad un'associazione di 438 città cinesi, per parlare genericamente di temi ambientali. Per Carancini il convegno è stato un'occasione per promuovere i Comuni marchigiani anche sulle pagine del più importante sito di news online cinese "che ha, circa, un milione e duecentomila contatti al giorno". Una piccola annotazione: il sito di Repubblica ha, circa, due milioni di contatti al giorno ed è considerato un nano nell'editoria web globale.

Più specifico il contributo di Mangialardi: al convegno hanno partecipato non solo i tre Sindaci marchigiani, ma anche i nostri imprenditori, le nostre eccellenze e le Università di Macerata, di Modena e il Politecnico delle Marche. Il convegno è stata l'occasione di confronto e un momento di scambio di esperienze sulle aree metropolitane.

Purtroppo la traccia indicata da Mangialardi, la presenza di tre atenei italiani al convegno, non è stata di nessun aiuto: nelle ricche pagine social dei tre atenei, dove si parla di qualsiasi inezia, non c'è traccia della partecipazione al convegno in Cina (qui, qui e qui).


Forse anche le Università preferiscono rimanere vaghe sull'argomento viaggi all'estero, per evitare proteste quando presentano il bilancio e aumentano le tasse accademiche. Anche la ricerca fra "le nostre eccellenze" non ha portato a nulla di utile. "Eccellenze" è un termine troppo inflazionato dalla politica, anche un benzinaio ormai può rappresentare un'eccellenza.

Il contributo del Sindaco di Pedaso, Barbara Toce, incappa subito in un piccolo infortunio di comunicazione: "abbiamo sottoscritto un piccolo protocollo di larghe intese". Già un protocollo di larghe intese di normali dimensioni non serve a niente, figuriamoci uno piccolo. Le città cinesi con cui è stato sottoscritto il protocollo, per Toce diventano 483 (per Carancini erano 438), ma la cifra è irrilevante, potrebbero essere anche 516 o 232, nessuno avrebbe mai controllato, bastava mettersi d'accordo bene prima.

L'intervista della Toce aggiunge un particolare interessante sulle città cinesi che hanno partecipato: erano della cintura di Pechino. L'area metropolitana di Pechino conta circa 18 milioni di abitanti (dato in costante crescita) ed è vasta quanto la Calabria, mentre la cintura di Pechino potrebbe ospitare tranquillamente quattro volte la popolazione delle Marche e i nostri tre Comuni, con i loro novantamila abitanti complessivi, nella cintura Pechino potrebbero occupare un paio di condomini, con gli amministratori di condominio al posto dei Sindaci.

Cosa possano condividere le città di un'area così sovrappopolata con le minuscole realtà marchigiane rimane un mistero che l'intervista ai tre Sindaci non risolve. L'unica strada è cercare il convegno sui motori di ricerca specializzati sulla congressistica cinese e, con un po' di pazienza, si trova tutto.

Effettivamente il convegno c'è stato, a Beijing (Pechino) dal 29 al 30 maggio scorsi, con una breve fiera espositiva negli stessi giorni. Il nome del convegno è Urban Tech China Conference e l'argomento erano le città sostenibili o le smart city, termine che semplifica tutto, già inflazionato.


Un argomento vastissimo che vede l'Italia ai margini del dibattito, conclusione certificata anche dagli espositori: nessuna azienda italiana, presenti i colossi tedeschi (Siemens, Bayer, Osram ecc.) e i colossi cinesi (Samsung e NEC fra gli altri). In Italia, nel settore delle grandi reti urbane intelligenti potevamo essere rappresentati da Beghelli e il suo Telesalva la Mamma, ma si è persa una ghiotta occasione.

Il convegno si è tenuto al CIFTIS, un centro congressi di medie dimensioni (per la realtà cinese) e persino l'organizzazione del convegno è stata curata dai tedeschi: ci ha pensato la Koelnmesse (Fiera di Colonia) ad organizzare un pacchetto di relatori sull'argomento e una partnership espositiva fra colossi industriali delle reti urbane. Poco spazio per rappresentare il nostro territorio e le nostre eccellenze, ma sicuramente i nostri tre rappresentanti si sono fatti valere, grazie alla presenza fisica del Mangialardi, il fluente inglese della Toce e al Carancini che in Cina è quasi di casa. Prima o poi saranno andati a pranzo e lì gli italiani all'estero fanno sempre la differenza.





Non ci sono atti del convegno da cui ricavare il "piccolo protocollo di larghe intese" stipulato con i cinesi e, in mancanza di prove scritte o fotografiche della nostra partecipazione, si è fatto insistente il dubbio che in Cina a quel convegno non ci sia andato nulla di lontanamente marchigiano.

Fortunatamente qualche giorno fa il Sindaco Mangialardi non ha resistito alla tentazione e ha messo una pietra sopra i dubbi, pubblicando sul profilo Facebook alcune sue foto ricavate da un sito di news cinese.


Un comportamento insolito: Mangialardi fotografa e pubblica su Facebook anche i muri del suo ufficio e quando si fa un volo di ventidue ore (A/R) per partecipare ad un convegno in Cina di due giorni non lascia la minima traccia. Lo stesso fa Carancini, mentre la Toce sembra che non abbia un profilo su Facebook e quindi nulla da raccontare al mondo intero.

A questo punto, di fronte a questo pudico ritegno nell'esporre la propria attività politico - promozionale si può fare un'ipotesi. La condizione dell'ipotesi è che non si sia speso un centesimo di denaro pubblico per portare i tre Sindaci al convegno in Cina. Visto il loro scarso contributo al dibattito sulle smart city, di fronte ad una schiera di imprese non italiane, sarebbe terribile sapere che sono stati spesi anche dei soldi per farlo.

L'ipotesi è questa: recentemente il Comune di Senigallia ha rinnovato una parte dei suoi lampioni utilizzando in piccola parte fondi propri e in gran parte fondi europei. Anche il Comune di Macerata ha fatto lo stesso ed è probabile che aziende leader nel settore abbiano fatto avere all'ANCI Marche un invito per presenziare al convegno. E' come capita per gli idraulici: fai un tot di fatturato con le caldaie e ricevi un buono per una vacanza.

Una vacanza breve con un volo massacrante, una vera sfacchinata: è probabile che l'ANCI abbia estratto a sorte i partecipanti e che molti Sindaci abbiano presentato un certificato medico o un'obiezione di coscienza nei confronti del regime cinese. I tre Sindaci estratti alla fine si sono rassegnati e hanno fatto le valige. Spegnendo lo smartphone: mettere sui social network la partecipazione ad un convegno di aziende tedesche e cinesi, dove si sarà parlato dell'Italia soltanto a tavola, è una cosa che può rovinarti il curriculum.

A margine del convegno (qualcosa c'è sempre da imparare): fra i partecipanti all'evento c'era il Sindaco di Ordos, una città della Mongolia Interna (in Cina) destinata ad ospitare milioni di abitanti ma che è annoverata fra le ghost town cinesi. Città che sono state costruite complete di tutto, con giganteschi investimenti destinati all'edilizia ma che non riescono a trovare abitanti. Ordos è circondata da due deserti e ha un clima particolarmente ostile, eppure è pronta per ospitare milioni di persone, se volessero. Quello delle ghost town cinesi è bel problema, magari prima di occuparsi delle smart city dovrebbero risolverlo.



Un quartiere di Ordos pronto all'uso
Un'ultima annotazione: se volete farvi una sana risata usate il traduttore di Google per gli articoli in cinese: scoprirete che Senigallia si trova in Terra Santa. Un'occasione per il turismo che dovremmo cogliere al volo, la vera promozione del territorio che mancava.


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