martedì 22 gennaio 2013

Carne da porcellum

La campagna elettorale per le Politiche costringe i candidati a massacranti tour de force.
Voto per voto, la vivida cronaca del loro impegno, delle loro speranze e delle loro passioni.
Nessuno escluso, compresi quelli che saranno eletti anche se andranno in vacanza per un mese.


A Senigallia si prepara la calata dei big: pronto un distributore di benzina per il raduno con Bersani.

Oggi scadono i termini per la presentazione definitiva delle liste dei candidati alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio e inizia ufficialmente la campagna elettorale. Fra nominati, precettati, paracadutati e scelti dalle primarie, un popolo di oltre trecento candidati si lancerà in estenuanti porta a porta, appassionanti dibattiti in pubblico e raid di attacchinaggio notturni.

Non tutti i candidati hanno delle chances: le Marche esprimono un'aliquota di 16 Deputati e 8 Senatori e i candidati che si trovano in cima alle liste hanno generalmente molte più probabilità di essere eletti di quelli che si trovano in fondo. Questo particolare fenomeno statistico, il Porcellum, non è noto ai candidati di rincalzo, che vengono indotti a gettarsi con tutte le loro forze nella mischia sperando di conquistare il voto degli elettori e guadagnarsi un posto in Parlamento.

A loro va tutta la simpatia della Piaga di Velluto, a cominciare dai candidati di Senigallia, che si sono dispersi in tante liste invece di fondare direttamente un partito. Un'assunzione di responsabilità che finirà per premiare qualcuno di loro.

Hanno buone probabilità di finire in Parlamento Emanuele Lodolini e Silvana Amati, indicati dalle Primarie del PD e piazzati in cima alla lista dei candidati. Consapevoli della forza espressa dalla loro candidatura, entrambi si sono lanciati a testa bassa nella campagna elettorale, con modalità diverse ma ugualmente efficaci.

La Senatrice Amati ha presentato due disegni di legge per il riconoscimento della pensione di vecchiaia ai cani da ferma e riporto di età superiore ai dodici anni e per la rivalutazione del Suasano scuro, un cane da pesca originario dell'alta valle del Cesano. Sul fronte della sanità locale, Amati ha presentato un'interrogazione sull'imminente chiusura dell'ospedale di Ripe, "un altro inaccettabile colpo alla sanità locale dopo la chiusura dell'ospedale di Monterado".

Diverso l'approccio di Emanuele Lodolini, Segretario provinciale PD, legatissimo al territorio ma in procinto di sbarcare a Roma, dove porterà le sue parole d'ordine: equilibrio, sostenibilità, resilienza e comunità. Nulla da fare per valori come induttanza e resistività, considerati troppo tecnici per un candidato che vuole stare vicino al cuore della gente.


A breve Lodolini inizierà un lungo tour elettorale nella Provincia che si concluderà nel mese di giugno, appena in tempo per assistere alle fioriture del Monte San Vicino, suo principale impegno politico del 2013.

Anche per Beatrice Brignone, outsider del PD, ci sono buone probabilità di elezione: la reginetta di Facebook non ha rivali nei social network ed è già pronta una app in cui discute con Obama le sue strategie elettorali.

A Senigallia abbiamo anche due candidati per la Scelta Civica di Monti, Fabrizio Marcantoni e Massimo Marcellini, Consiglieri Comunali di grande discrezione e riservatezza. A lungo tentati dalla lista civica nazionale Il Silenzio è d'Oro, i due Consiglieri hanno optato per la Lista Monti, con buone possibilità di essere eletti nel caso che PD e PDL si ritirino dalla competizione elettorale.

Ma il Consiglio Comunale di Senigallia schiera altri due candidati per le Politiche: Monica Antonacci per la Lega Nord ed Enzo Monachesi per Centro Democratico. Per entrambi ci sono buone possibilità di elezione nel caso che un pullman pieno di candidati si schianti sull'A14. In caso di esito negativo l'Antonacci avrà sempre un seggio sicuro in Consiglio, da cui potrà continuare a tacere, mentre Monachesi potrà continuare a gestire la ristretta fascia dell'arenile.

Sul piano nazionale tutto è pronto per la calata dei big nelle Marche. Il primo ad arrivare sarà Enrico Letta, capolista del PD alla Camera, che a causa di impegni inderogabili probabilmente si farà sostituire dallo zio, Gianni Letta, attualmente senza occupazione. Gli elettori del PD non dovrebbero notare la differenza fra i due e, nel caso, sarà pronto un comunicato stampa di circostanza.

Pierluigi Bersani, il vero big del Partito Democratico, dovrebbe sbarcare a Senigallia verso la metà di marzo, nel pieno di un lunghissimo tour elettorale che farà tappa anche all'estero. Il distributore AGIP "della Maggiorina" in via Podesti è già pronto per il suo incontro con gli elettori.

Per il momento ultima ad aver prenotato una tappa a Senigallia è Giorgia Meloni, candidata alla Camera per Fratelli d'Italia, la nuova lista di fuoriusciti PDL che ha fondato assieme a Giulio Crosetto. Sempre vicina ai sogni e alle speranze dei più giovani, la Meloni incontrerà i suoi elettori alla Scuola Elementare Pascoli durante la ricreazione.

(continua)


lodolini; pd ancona
Nella foto (ANSIA - AridateceCorona): l'auto elettorale di Lodolini pronta per il tour della Provincia (foto dal suo profilo di FB)

domenica 13 gennaio 2013

Grillismo senza limitismo

Alla scoperta del grillismo senigalliese, prima che cambi le nostre vite e non sia più possibile parlarne.

Nelle scorse settimane un dubbio lancinante si è insinuato nella mente dei senigalliesi più acuti e sensibili: perchè Senigallia non è rappresentata nella lista dei candidati al Parlamento del Movimento 5 Stelle? La risposta è piuttosto semplice e immediata: a Senigallia il Movimento 5 Stelle non esiste. O meglio: ha avuto una breve e poco sfolgorante stagione ai tempi del V-Day nel 2007, un tentativo (subito abortito) di costituzione per le Amministrative del 2010 e, soltanto quando il M5S è schizzato ben oltre il 10% nei sondaggi, non si parlava d'altro, poco prima di Natale, alcuni senigalliesi molto medi hanno deciso di darsi una smossa.

Scovarli non è stato difficile: oltre alla comune rete di relazioni, è sufficiente dipanare la confusione sovrana nella loro pagina di Facebook, fra dozzine di link inutili, per intuire quando si riuniscono e dove. Armato di una sana curiosità (che scoprirò mal tollerata) e di una buona predisposizione all'ascolto (indispensabile) ho partecipato alla loro terza riunione organizzativa, che si è svolta qualche giorno fa in un bar del Rione Porto, la cui titolare è anche detentrice autorizzata del logo M5S per l'area di Senigallia.

Mettere venticinque perfetti sconosciuti in una stanza di venti metri quadri, rispettando la parità gerarchica, comporta un problema logistico che puoi risolvere in un solo modo: tutte le sedie in cerchio, nessuno al centro e nessuno in posizione dominante. Sprechi un sacco di spazio ma rispetti la finalità del Movimento, quello dell'Intelligenza Collettiva, ammesso che ci sia o che si ottenga. Una testa un voto, eccetera. L'unico inconveniente è che venticinque perfetti sconosciuti in cerchio, con una finalità unica, sembrano anche una terapia di gruppo ed è questa l'impressione che ho avuto per tutta la serata.

In realtà, appena arrivato la questione aperta era molto tecnica: quale piattaforma web utilizzare per connettersi. Le varie sinapsi del Movimento devono interagire fra di loro in modo funzionale (per quella faccenda dell'Intelligenza Collettiva) e alcuni dei partecipanti hanno mostrato una buona padronanza dei mezzi. Youtube, Twitter, Facebook e Meetup non hanno segreti per loro e, mentre arrivava gente, mi sono venute in mente le polemiche nazionali nel M5S, quando si sono accorti che con il blog di Grillo, incasinatissimo anche quello, come piattaforma organizzativa web sono rimasti all'età della pietra. C'è molta più intelligenza collettiva in un pullman, dove tutti vanno nella stessa direzione anche se i passeggeri possono parlare dei più vari argomenti senza influenzare l'autista.

C'è da dire che a uno come Casaleggio, il genio della Rete che affianca Grillo, io non farei cambiare neanche il toner della stampante. Sotto a quei trucioli si cela una visione nazionalista e monocentrica della Rete, ne è prova l'articolo 5 del non statuto del M5S: possono essere iscritti al Movimento solo "cittadini italiani maggiorenni" che abbiano come riferimento le tematiche del blog, scritto da lui e da Grillo (art. 4). C'è anche il riferimento ai Meetup, che sono piattaforme web a pagamento per organizzarsi sul territorio. Senza scomodare le facili espulsioni da chi non la pensa come il Capo, questa premessa è la negazione stessa della Rete, fatta di condivisione, trasversalità e multiculturalità.

Nella riunione la questione web si è risolta in breve: qualcuno si occuperà seriamente della pagina di Facebook del gruppo, forse perchè riesce a connetterti con un miliardo di persone per volta. Finalmente si è aperto il corposo ordine del giorno della serata, che prevede un solo punto, organizzare qualche banchetto in piazza, prima delle elezioni, per promuovere il Movimento.

La questione, dal punto di vista del nucleo storico del gruppo (c'è già un nucleo storico) è piuttosto semplice: si sono costituiti in associazione, Res Publica, hanno uno Statuto, degli iscritti e chiederanno lo spazio per organizzare i banchetti. E qui si è appalesato il primo evidente problema del neonato gruppo, sollevato da un ragazzo che mi è sembrato piuttosto sveglio anche se ci ha messo un po' a spiegarsi. In sintesi: io vengo alla riunione, non conosco nessuno e la prima cosa che mi chiedete è di aderire ad un'associazione di cui non so nulla, nè finalità, nè orientamento. C'è un vulnus di democrazia o di conoscenza, ammesso che sappiate di cosa parlo.

Il nucleo storico, composto da tre pensionati, un commerciante del Centro Storico e un altro paio di persone, dopo un breve conciliabolo ha autorizzato una autopresentazione di tutti i partecipanti, che, da tradizione, si è prolungata per più di un'ora e mezza. Una vera pacchia per un antropologo sociale in incognito come me, assistere dal vivo ad uno spaccato di società, quella che non si è mai occupata di politica ma ha deciso che è il momento di fare qualcosa. Quella che ha trovato in "Lui" lo stimolo per cambiare le cose e smontare questa politica corrotta pezzo a pezzo.

Per inciso, il "Lui" è Beppe Grillo, identificato sempre con il pronome personale, mai citato per nome, per una specie di pudico timore reverenziale, forse dovuto alla facilità con cui falcia via quelli dalla lingua troppo sciolta. O, più probabilmente, dovuto alla atavica necessità dell'Uomo forte, flagello degli italiani, l'autista del pullman che ci garantisce di arrivare da qualche parte comunque la pensiamo, anche se non la pensiamo. Di Lui ne abbiamo avuti alcuni nell'ultimo secolo e questo sarà soltanto uno in più.

L'autopresentazione ha mostrato una generale ignoranza degli astanti sulla Cosa Pubblica, sulle sue regole, che vanno in ogni caso ribaltate e persino le regole della democrazia (inventate molto prima della Rete) sono sembrate materia vecchia, per tutelare la Casta. Il materiale umano di cui dispone Grillo è allo stato grezzo, dai primi nuclei che avevano ambiente e diritti di cittadinanza nell'agenda (dove sono finiti?) a questi figuri che ti stordiscono con le loro affermazioni e che vedono nemici ovunque, tranne che nella loro ignoranza.

L'interesse per la riunione si è esaurito in questo, i grillini si riuniranno di nuovo e faranno quei benedetti banchetti, che, al momento, sembrano la loro unica linea politica comune. Di cosa parleranno nei banchetti non lo sappiamo, forse metteranno qualche Sua foto, per far capire di cosa stanno parlando. Come ultimo resoconto della serata presento un Bestiario delle bestialità, i pezzi forti della serata di quelli del nucleo storico.

"Dopo la pensione sono stato tre anni a Cuba, lì non c'è la partitocrazia, non ci sono i partiti, lì tu voti le persone...". Le persone? Raul o Fidel?

"Ci tengono nascosto tutto, non c'è trasparenza nè partecipazione... per esempio, il Consiglio Comunale... non ci fanno mai sapere quando c'è... che ne sappiamo noi di quello che succede in Consiglio? Ce lo fanno sapere?". Ti sembrerà impossibile ma le sedute del Consiglio Comunale sono aperte al pubblico, così come le sedute delle Commissioni Consiliari, e pubblicizzate in anticipo sulla stampa, anche online, compreso il resoconto dei lavori svolti. Ma non troverai nulla di ciò sul blog di Beppe Grillo, forse l'unica pagina web che leggi.

"Questa sera c'è un sacco di gente nuova, ma sono tutti curiosi... non è il momento di essere curiosi, è il momento di fare qualcosa...". Caro Action Man, la curiosità è il primo passo per la conoscenza, che è il primo passo per la partecipazione, che è il primo passo per decidere, eccetera. Se non puoi stare con le mani in mano vai a potare una vigna che è il periodo giusto.

"Io non mi sono mai occupato seriamente di politica, ma sento che è arrivato il momento di fare qualcosa...". L'Umanità ti è grata, ora che ci sei tu può prendersi qualche giorno di ferie.

"Adesso che siamo costituiti in Associazione il Comune ci deve dare una sede per riunirci e fare attività...". Prendi il numeretto e mettiti in coda, c'è una fila di quaranta associazioni davanti a te.

"Adesso è come se fossimo in guerra, in trincea. Se Lui espelle qualcuno lo fa soltanto per mantenerci uniti, non c'è spazio per chi rema contro o scredita il Movimento...". Cara amica, in ogni movimento il dissenso deve essere tutelato, anche se non promosso. E' una dimostrazione di grande forza, quando l'espulsione è una dimostrazione di grande debolezza.

"I partiti sono stati la rovina dell'Italia e noi il problema dei partiti l'abbiamo già superato...". Caro discepolo di  Aristotele, è vero che i nostri partiti fanno particolarmente schifo, ma in tutto il mondo i partiti sono espressione di democrazia, o almeno tentano di esserlo. Dove si fa a meno dei partiti ci sono le dittature e io penso che tu, che non sei niente di speciale, non sia abbastanza intelligente da fare a meno dei partiti senza fare a meno di una dittatura.



giovedì 10 gennaio 2013

"Tranquilli, non è pericoloso, è soltanto una fase"

Paura e sconcerto in Città per il nuovo look di Mangialardi.

 

Apertura di nuovi scenari o irritazione cutanea? Analisi e prospettive di un fenomeno che divide e fa discutere.

"Scendo in campo", "salgo in politica" e "non mi faccio la barba". Delle tre opzioni possibili nella vita di un uomo politico, Mangialardi ha scelto la più drastica: il conflitto istituzionale con il rasoio. Nell'incontro con la cittadinanza per gli auguri di fine anno, il Sindaco più bello di Senigallia ha sfoggiato una bella barba stile Mangiafuoco, appena mitigata da una cravatta insolitamente marginale e minimalista.




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Il cambio di look ha disorientato il pubblico presente in Sala Consiliare, al punto che le pessime notizie sul bilancio d'esercizio 2013 sono passate in secondo piano e Mangialardi ha dovuto annunciare e ritrattare le sue dimissioni più volte per catturare l'attenzione dei presenti.

Cosa possa aver spinto Mangialardi ad un cambio di look così radicale è un mistero. L'Amministrazione è praticamente ferma al palo, non è stato presentato il Bilancio e non c'è nulla da inaugurare, tre condizioni che debbono aver convinto il Sindaco a prendere l'unico provvedimento possibile senza aggravio di spese per il Comune: farsi crescere la barba.


L'operazione, anche se non inedita, è riuscita benissimo, forse a causa della delusione patita per aver dovuto rinunciare alle Primarie del PD, a causa di una serie di veti incrociati che avrebbero fatto fuori anche uno come Bersani.

Ma l'attuale look del Sindaco non è una novità: pur fra numerose variazioni, la barba appartiene al suo bagaglio estetico, da timida appendice dei primi tentativi a vero e proprio indicatore dello stato d'animo.

Una piccola rassegna fotografica, per agevolare i lettori analfabeti, ci aiuta a comprendere meglio il rapporto fra un uomo politico, il suo look e la necessità di essere sempre presentabile, anche quando è inutile.


(analfabeti ma non tecnolesi: per ingrandire le foto cliccateci sopra)

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Mangialardi al pranzo della sua Santa Cresima, impartita da Mons. Odo Fusi Pecci subito prima di partire per la XII Crociata.



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Mangialardi e Angeloni ad un convegno della stampa sportiva di ispirazione cattolica. Una leggera insofferenza verso il rasoio è il primo passo verso il baratro.
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Mangialardi e Angeloni ad un seminario internazionale di filosofia spicciola. Riappare la barba, malamente domata da un barbiere in cassa integrazione.
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Mangialardi e Angeloni presentano una lottizzazione a caso. Evidente il dissenso di Mangialardi nei confronti dei progettisti, che non hanno saputo riqualificare a dovere.
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Mangialardi nella sua foto elettorale più conosciuta. La perfetta intesa fra la Rotonda e il suo sguardo ci apre le porte alla quarta dimensione, quella inutile, dove nulla è come prima ma tutto si conserva.
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Una libera interpretazione di Mangialardi da parte di un artista a carico dell'assistenza sociale. Il tentativo di clonare una famosa e sfortunata effige di Obama venne relegato alla pagina "satirica" del suo sito elettorale. E' ancora lì, mentre quella di Obama è definitivamente scomparsa dal web.


Il clone di Obama conquistò anche la prima pagina del Corriere della Sera online. Il direttore si dimise poche ore dopo ed è ancora attivamente ricercato dalle forze dell'ordine.

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Anche qui Obama ha ispirato una libera interpretazione della Piaga di Velluto.
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Altezza è mezza bellezza: inarrivabile il papillon dell'eco-meteorologo Luca Mercalli, che porta la sua barba come se non avesse mai fatto altro in vita sua.
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Un'inaugurazione mal riuscita: l'espressione di Mangialardi tradisce tutta l'ansia di dover per forza inaugurare qualcosa. Qui era il distributore di merendine al quarto piano del monoblocco dell'Ospedale.

Qualche inaugurazione riesce veramente bene: qui era il varo della corazzata Ciarnìn al Molo di Levante.
La perfetta configurazione di un'inaugurazione all'esterno in orario notturno: all'estrema destra il Cappellano Comunale, don Garbassi, a seguire ferroviere in pensione, due Assessori, Sindaco, Senatrice di supporto istituzionale, giovane precaria e cittadino. Mai più raggiunta una simile perfezione. Inaugurazione di un parcheggio di Marzocca, quello di fronte alla farmacia.
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Mangialardi e Volpini allo spettacolo di stelle cadenti offerto dal Comune nell'agosto 2010. Di questa foto colpisce l'aspetto di Volpini, per chi è abituato a vederlo sempre in tuta e trafelato, come se avesse appena eseguito un bypass coronarico d'urgenza, usando una penna a sfera e una scatola di mentine.