Apertura di nuovi scenari o irritazione cutanea? Analisi e prospettive di un fenomeno che divide e fa discutere.
"Scendo in campo", "salgo in politica" e "non mi faccio la barba". Delle tre opzioni possibili nella vita di un uomo politico, Mangialardi ha scelto la più drastica: il conflitto istituzionale con il rasoio. Nell'incontro con la cittadinanza per gli auguri di fine anno, il Sindaco più bello di Senigallia ha sfoggiato una bella barba stile Mangiafuoco, appena mitigata da una cravatta insolitamente marginale e minimalista.
Il cambio di look ha disorientato il pubblico presente in Sala Consiliare, al punto che le pessime notizie sul bilancio d'esercizio 2013 sono passate in secondo piano e Mangialardi ha dovuto annunciare e ritrattare le sue dimissioni più volte per catturare l'attenzione dei presenti.
Cosa possa aver spinto Mangialardi ad un cambio di look così radicale è un mistero. L'Amministrazione è praticamente ferma al palo, non è stato presentato il Bilancio e non c'è nulla da inaugurare, tre condizioni che debbono aver convinto il Sindaco a prendere l'unico provvedimento possibile senza aggravio di spese per il Comune: farsi crescere la barba.
L'operazione, anche se non inedita, è riuscita benissimo, forse a causa della delusione patita per aver dovuto rinunciare alle Primarie del PD, a causa di una serie di veti incrociati che avrebbero fatto fuori anche uno come Bersani.
Ma l'attuale look del Sindaco non è una novità: pur fra numerose variazioni, la barba appartiene al suo bagaglio estetico, da timida appendice dei primi tentativi a vero e proprio indicatore dello stato d'animo.
Una piccola rassegna fotografica, per agevolare i lettori analfabeti, ci aiuta a comprendere meglio il rapporto fra un uomo politico, il suo look e la necessità di essere sempre presentabile, anche quando è inutile.
(analfabeti ma non tecnolesi: per ingrandire le foto cliccateci sopra)
Mangialardi al pranzo della sua Santa Cresima, impartita da Mons. Odo Fusi Pecci subito prima di partire per la XII Crociata. |
Mangialardi e Angeloni ad un convegno della stampa sportiva di ispirazione cattolica. Una leggera insofferenza verso il rasoio è il primo passo verso il baratro. |
Mangialardi e Angeloni ad un seminario internazionale di filosofia spicciola. Riappare la barba, malamente domata da un barbiere in cassa integrazione. |
Mangialardi e Angeloni presentano una lottizzazione a caso. Evidente il dissenso di Mangialardi nei confronti dei progettisti, che non hanno saputo riqualificare a dovere. |
Il clone di Obama conquistò anche la prima pagina del Corriere della Sera online. Il direttore si dimise poche ore dopo ed è ancora attivamente ricercato dalle forze dell'ordine. |
Anche qui Obama ha ispirato una libera interpretazione della Piaga di Velluto. |
Altezza è mezza bellezza: inarrivabile il papillon dell'eco-meteorologo Luca Mercalli, che porta la sua barba come se non avesse mai fatto altro in vita sua. |
Qualche inaugurazione riesce veramente bene: qui era il varo della corazzata Ciarnìn al Molo di Levante. |
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