Un flop la Fiera di Sant'Agostino. Crollo degli affari e bancarelle vuote.
Il Sindaco: "La Fiera? Un esperimento da non ripetere".
Fallimento totale su tutta la linea. Questa la valutazione unanime del pubblico alla 548° edizione della Fiera di Sant'Agostino, la classica tre giorni del commercio ambulante che si svolge ininterrottamente dal 1464 (2012-548=1464).
L'edizione che si è chiusa ieri è apparsa stanca e priva di novità, con i primi sintomi del tracollo che si potevano già intravedere nella crisi della bilancia commerciale cinese, sommata al fallimento del profilatore di ortaggi, la novità della Fiera 2012, che smetteva di funzionare direttamente dentro la scatola, durante il ritorno a casa.
Da parte degli ambulanti più innovativi è apparso inutile il tentativo di riproporre gli oggetti di culto delle scorse edizioni, il lavavetri magnetico, il coltello per tagliare lo stracchino senza sbavature e la macchina per spegnere i fiammiferi.
Anche la scelta di allungare di un giorno la Fiera non è stata premiata: il 27 agosto gli ambulanti avevano le scorte da 6 paia a 10 Euro delle mutande Uomo e Divino per soli tre giorni e al quarto giorno la popolazione è rimasta senza, costretta a rivolgersi al mercato parallelo cinese, dove il bacino stretto è la regola e la taglia più grande è la XS.
Le scorte di croccanti e pralinati si sono esaurite nella serata del 29 agosto e soltanto una produzione eccezionale di bomboloni ha soddisfatto il fabbisogno della popolazione, anche se si sono registrate lunghe code agli sportelli e disservizi, in particolare nella tarda serata. La cronaca ha fatto anche registrare la singolare protesta di un gruppo di anziani ipertesi, che hanno acquistato un centinaio di bomboloni e li hanno conferiti nella più vicina discarica.
Fra le cause del tracollo della Fiera, FederBotteghe, il sindacato che raccoglie la maggioranza degli ambulanti, ha individuato lo scarso appeal di Sant'Agostino, uomo di studi retorici e guida spirituale per generazioni di cristiani, ma dalla conversione tardiva, dopo una gioventù lussuriosa e dispendiosa, da cui si allontanò per amore della madre, Santa Monica. Il Santo si festeggia il 28 agosto, mentre Santa Monica si festeggia il 27, li hanno messi assieme per non separare la famiglia.
Per uscire dalla crisi, la proposta di FederBotteghe è semplice: dato che da quest'anno la Fiera inizia il 27, Santa Monica sembra essere il candidato ideale per raccogliere l'eredità del patrocinio. La concorrenza non è irresistibile: il 27 agosto si festeggiano anche San Licerio e Sant'Eunuco, che non sembrano avere alcuna presa nei confronti del pubblico. In uno stringato comunicato stampa, l'associazione dei commercianti ha messo nero su bianco la proposta, che sarà presentata al Comune di Senigallia, a cui spetta l'ultima decisione.
Dal canto suo il Comune ha un anno di tempo per rendere appetibile l'evento della Fiera, anche se l'uscita dalla crisi non sembra a portata di mano. "La Fiera che conosciamo rappresenta un evento sperimentale" ha dichiarato il Sindaco Mangialardi durante il tradizionale incontro con stampa, di fronte allo stand della frutta secca di piazza Saffi "possiamo correggere il tiro e trasformarla in un evento di maggior interesse, Senigallia ha la capacità di farlo. Stiamo pensando ad affiancarla ad un festival della musica e cultura degli anni '40 o a un torneo di fuochi d'artificio al coperto, una novità che abbiamo allo studio da qualche anno. In ogni caso il prossimo anno ci saranno delle novità, forse anche a partire dal nome. La Fiera di Santa Monica non ci convince, ci sembra molto più attuale e coinvolgente la Fiera di Padre Pio, anche se l'ultima parola spetterà al Vescovo, titolare dei vari diritti d'autore".
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